“La vera scoperta non consiste nel trovare nuovi territori ma nel vederli con occhi nuovi.”
Marcel Proust

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COS’E’ IL COUNSELING?

Il counseling è una professione d’aiuto che si occupa del rapporto con se stessi e delle relazioni con gli altri. Offre un “aiuto ad aiutarsi”, ovvero permette di migliorare le proprie abilità di “problem solving” (di risolvere un problema) e di esprimersi meglio nei rapporti personali, in un progetto o un contesto di vita.

Il counseling promuove e sostiene il cambiamento e/o il raggiungimento di obiettivi personali, facilitando l’accesso e il contatto con le proprie risorse interiori. Cio’ avviene attraverso strumenti come empatia, feedback, riformulazione, rispecchiamento e altre tecniche di drammatizzazione e accompagnamento all’auto-ascolto.

Il counseling serve sia quando si desidera conoscere meglio il proprio potenziale, sia in tutti i casi in cui una persona, o un gruppo, viva una fase di difficoltà, disagio o malessere emotivo, che a volte trasla in sintomo fisico, e a cui si vorrebbe rispondere in modo più adeguato.

Counseling si riferisce alla professione, il counselour (o counsellour) è colui che la svolge”

MOTIVI PER RIVOLGERSI AL COUNSELOR 

Come gestalt counselor (o counsellor), orientata all’art-counseling e alla psicosomatica, accolgo e rispondo soprattutto a queste necessità.

  • Risolvere tensioni croniche e disturbi psicosomatici (contratture, blocchi o altri sintomi fisici riconducibili a stress emotivi o inquietudini interiori) vedi consapevolezza corporea;
  • Dare voce al corpo diventando più consapevoli del legame fra i malesseri fisici e le proprie emozioni (vedi consapevolezza corporea);
  • Comprendere e trasformare sensazioni di disagio in un periodo di vita o in certi contesti (lavoro, famiglia, scuola, ecc.);
  • Insicurezza: apprendere i vantaggi e scoprire risorse nascoste;
  • Problemi di autostima: diventare più consapevoli delle proprie qualità e migliorare l’auto-accettazione generale o associata a specifiche condizioni o situazioni;
  • Stress: imparare a distinguere e sostenere lo stress “buono”/fisiologico, piuttosto che quello “cattivo”/malsano, promuovendo le risorse innate per affrontarlo;
  • Affrontare meglio giudizi e pregiudizi;
  • Gestire periodi di ansia, insonnia o paure non ben definite;
  • Conoscere se stessi più a fondo;
  • Gestire meglio disaccordi e conflitti (fra parti di sè o con gli altri);
  • Essere sostenuti durante una separazione o un lutto;
  • Affrontare il tema del dolore (ascolto, silenzio, comprensione, significato personale);
  • Esplorare le proprie potenzialità nascoste contro i meccanismi involontari con cui si limita il proprio benessere;
  • Migliorare la consapevolezza corporea per sostenere il proprio benessere psicofisico;
  • Superare periodi di demotivazione, delusione, disillusione, frustrazione…
  • Rielaborare l’intolleranza a cose, fatti, persone…
  • Promuovere la propria comunicatività;
  • Migliorare le proprie relazioni con gli altri (nella coppia, in amicizia, sul lavoro, in famiglia, a scuola, fra genitori e figli) scoprendo i propri condizionamenti e come influiscono nei rapporti interpersonali;
  • Migliorare la relazione con se tessi favorendo l’armonia fra varie parti di sè, l’accettazione di tendenze individuali non condivise dall’ambiente di appartenenza;
  • Scoprire come affrontare meglio avvenimenti imprevisti e contrarietà (cambiamenti di vita, di casa, di lavoro, di ruolo, di partner, ecc.) promuovendo risposte creative di fronte ai mutamenti;
  • Affrontare il tema della solitudine: dalla distanza dagli altri alla dipendenza affettiva;
  • Fare chiarezza in un momento di disorientamento;
  • Affrontare scelte o prendere decisioni importanti;
  • Chiedere aiuto nella realizzazione di un progetto, personale, lavorativo o di responsabilità verso altri ecc.
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COSA FA IL COUNSELOR?

“Se tutti noi facessimo le cose che siamo realmente capaci di fare, stupiremmo completamente noi stessi.”
Thomas Edison (inventore)
Il principale scopo di un counselor è quello di favorire nella persona l’accesso alle sue risorse interiori.

Lo strumento che utilizza il counselor è la relazione stessa col cliente, specchio di ciò che l’individuo, o il gruppo, vive nel sistema di relazioni della vita quotidiana.

La consapevolezza della comunicazione verbale e non verbale, l’intuitività, la capacità di empatia e l’ascolto attivo sono strumenti indispensabili nel lavoro del counselor .

Alcune delle metodologie utilizzate sul setting di lavoro riguardano:

  • la drammatizzazione del disagio (PSICODRAMMA MORENIANO);
  • l’amplificazione del linguaggio non verbale (COUNSELING A MEDIAZIONE CORPOREA);
  • l’identificazione dei metamessaggi nell’interazione comunicativa;
  • l’utilizzo di colori, penne, fogli, ecc. per rappresentare il proprio vissuto e facilitarne la comprensione o per risvegliare espressività e risorse (ART – COUNSELING);
  • rappresentazioni sistemiche spazio temporali (PSICODRAMMA E ANALISI TRANSAZIONALE);
  • BODY WORKING E BIOENERGETICA (esplorazione e consapevolezza attraverso l’ascolto guidato e il movimento del corpo);
  • linguaggio metaforico e visualizzazione creativa come ponte dal corpo alla parola.

CASI ESEMPIO?

“Alberta soffre di rigidità alle spalle e al collo ma si rende conto che questa è una risposta del suo corpo a un momento di vita particolarmente intenso, stressante e carico di responsabilità. Alberta desidera diventare più consapevole di come gestire questa tensione che aumenta ogni qualvolta non riesce a mettere a freno le richieste altrui. Esplorando il disagio mette a fuoco che il suo obiettivo è di imparare ad accorgersi dei propri limiti prima di superarli e di esplorare modi adeguati per comunicarli efficacemente.”

“Gianni vorrebbe avanzare di carriera nel posto in cui lavora. Un rapporto difficile col responsabile lo mette in seria difficoltà e desidera capire quali scelte fare per affrontare questo grande senso di frustrazione che lo paralizza invece di stimolarlo a trovare le risorse opportune ai suoi obiettivi.”

“Monica, educatrice, si trova spesso a disagio con le colleghe, dalle quali si sente spesso giudicata. Ciò limita il suo approccio sereno coi bambini. Il suo obiettivo è quello di trovare risposte efficaci al giudizio degli altri, aspetto che la mette in difficoltà anche in altri contesti di vita.”

“Cecilia è separata e ha un figlio adolescente che desidera stare col padre. Lei soffre molto per questo distacco e ha due obiettivi: uno è quello di capire la possibilità di avvicinare il figlio senza perdere i principi e i valori educativi in cui crede, l’altro è quello di imparare a prendersi cura di sè creandosi spazi per la propria creatività da tanto trascurata in funzione del figlio.

“Mauro soffre di mal di stomaco da alcuni mesi ma da tutti gli accertamenti medici non risulta nessuna patologia o lesione. Pensandoci si accorge che tutto è iniziato quando ha deciso di rinunciare a un progetto di vita a cui teneva molto. Desidera comprendere il legame che c’è fra il sintomo e la scelta fatta per acquisire più consapevolezza di sè e apportare poi una scelta più adeguata.”

“Federica inizia un ciclo di terapia manuale integrata in quanto soffre da anni di mal di schiena. Durante le sedute emergono aspetti non fisici ma più legati alla somatizzazione di tensioni in particolare sul lavoro. L’obiettivo si sposta sul piano emotivo e diventa quello di padroneggiare il suo senso di inadeguatezza che la spinge a usare il perfezionismo per rispondere in modo efficiente ma tensivo a tutte le richieste.”

Note: i casi riportati negli esempi si riferiscono a vissuti reali ma sono stati sostituiti nomi e contesti per proteggere la privacy.

DA SAPERE

Il Counselor non è un terapeuta ma un esperto nella relazione d’aiuto. La modalità d’intervento del Counselor sostiene le persone che vivono momenti di difficoltà o malessere e ciò può influire positivamente anche qualora sussista un disturbo psicologico. Tuttavia in caso di malattie psicologiche, disturbi della personalità o problemi psichiatrici vi sono figure di riferimento più appropriate quali: lo psicologo, lo psicoterapeuta e lo psichiatra. Il primo ha le competenze per effettuare test della personalità e rilevare problemi psicologici specifici, lo psicoterapeuta è in grado di eseguire una diagnosi del problema e intervenire con un programma terapeutico che mira a ricostruire tratti della personalità ove sia disturbata o deviata; lo psichiatra, con la specifica preparazione in farmacologia, ha facoltà di somministrare psicofarmaci.

NORMATIVA

La professione di counselor è normata, assieme ad altre professioni non regolamentate, dalla legge L. n° 4 del 14/01/2013, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n° 22 del 26 gennaio 2013 ed entrata in vigore il 10 febbraio 2013.

Le nuove norme definiscono “professione non organizzata in ordini o collegi” l’attività economica, anche organizzata, volta alla prestazione di servizi o di opere a favore di terzi, esercitata abitualmente e prevalentemente mediante lavoro intellettuale, o comunque con il concorso di questo, con esclusione delle attività riservate per legge a soggetti iscritti in albi o elenchi ai sensi dell’articolo 2229 c.c., e delle attività e dei mestieri artigianali, commerciali e di pubblico esercizio disciplinati da specifiche normative.

Per cui al counselor è consentito il libero esercizio della professione fondato sull’autonomia, sulle competenze e sull’indipendenza di giudizio intellettuale e tecnica del professionista.